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La ventilazione IVA dei corrispettivi è un processo fondamentale per mantenere la conformità fiscale e redigere una corretta dichiarazione e pagamento dell’IVA. Una prassi importante nell’ottica della precisione contabile e di una gestione finanziaria efficiente che tocca da vicino i professionisti e le aziende che operano in settori in cui è prevista l’applicazione dell’IVA sulle vendite di beni o servizi.

Ma più precisamente che cos’è la ventilazione IVA dei corrispettivi e quando si applica? Te lo spieghiamo noi di Feesbee, il professionista che ti segue passo dopo passo in ogni aspetto fiscale.

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Intanto…Buona lettura!


Ventilazione IVA significato

Qual è il vero significato di ventilazione IVA utilizzando termini accessibili e comprensibili da tutti? Ci proviamo! La ventilazione è un metodo di registrazione dei corrispettivi e di determinazione dell’IVA riservata ad alcune tipologie di commercianti al dettaglio. Una procedura di ventilazione dei corrispettivi, disciplinata dall’art. 24, co. 3, DPR n. 633/1972, che per l’appunto consiste nella rilevazione dell’importo totale dei ricavi giornalieri senza però separarli per aliquota.

In poche parole…, la ventilazione IVA dei corrispettivi consente ai quei contribuenti che non sono tenuti a emettere fatture, tranne su richiesta del cliente, che vendono beni con diverse aliquote IVA, di registrare i ricavi senza specificare le aliquote applicate ai singoli beni venduti.


Ventilazione IVA a chi spetta?

Dopo aver capito la ventilazione IVA che cos’è, non resta che scoprire a chi sia destinata. Questa procedura può di fatto essere utilizzata da parte dei soggetti che esercitano attività di commercio al dettaglio, ma solo per determinate categorie di prodotti e servizi. Alcuni esempi particolarmente frequenti sono:

  • Prodotti farmaceutici
  • Prodotti per l’igiene personale
  • Determinate categorie di prodotti alimentari
  • Prodotti e farmaci dietetici
  • Articoli legati al vestiario
  • Articoli tessili


Come funziona la ventilazione dei corrispettivi?

Attenzione, è necessario applicare le percentuali di composizione degli acquisti al totale dei corrispettivi medesimi e di seguito applicare le relative aliquote IVA. Senza dimenticare che mentre è possibile sfruttare la ventilazione IVA per la vendita di beni, non è consentito farlo per le prestazioni in sé; per queste ultime, è necessario emettere fattura che possano documentarne i ricavi.

Inoltre, non può essere utilizzata se, nell’anno precedente si sono acquistati altri prodotti per più del 50% dei totali acquisti, o se si sono effettuate vendite con emissione di fattura per più del 20% del fatturato totale.


Quali sono gli ambiti e gli acquisti soggetti alla ventilazione IVA?

Come detto, la ventilazione IVA dei corrispettivi riguarda principalmente le aziende che operano in settori in cui è prevista l’applicazione dell’IVA sulle vendite di beni o servizi:

Commercianti al dettaglio
Negozi, supermercati, boutique e altri esercizi commerciali che vendono beni direttamente ai consumatori finali.

Prestatori di servizi
Aziende che forniscono servizi ai consumatori o ad altre aziende e che sono soggette all’IVA sulle transazioni di servizi.

Fornitori di beni o servizi a livello B2B
Realtà commerciali che forniscono beni o servizi ad altre aziende e che devono quindi applicare l’IVA sulle vendite a clienti commerciali.

Operatori nel settore dell’ospitalità
Hotel, ristoranti, bar e altri operatori nel settore dell’ospitalità che vendono beni o servizi soggetti all’IVA.

Anche in questo caso è doveroso fare alcune precisazioni. Nel calcolo della percentuale degli acquisti, vengono considerati solo gli acquisti di beni e servizi destinati alla rivendita. Questo significa che non possano essere considerati nella determinazione dell’imposta dovuta altre categorie come i beni destinati ad altre finalità, la vendita all’ingrosso, ma anche naturalmente tutto ciò che non oggetto di rivendita o è “ammortizzabile”.

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