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Stai pensando alla ricarica dell’auto elettrica a casa come una nuova possibilità per la tua quotidianità? Effettivamente con l’aumentare della consapevolezza ambientale e il progressivo passaggio verso una mobilità sostenibile, sempre più automobilisti stanno considerando il passaggio alle auto elettriche. Tuttavia, una delle principali preoccupazioni per molti potenziali acquirenti è la praticità della ricarica, specialmente quando si tratta di ricaricare a casa propria.

In questo contesto, la possibilità di ricaricare l’auto elettrica direttamente a casa rappresenta un vantaggio significativo. Ma mentre tale opzione offre comodità e flessibilità, sorgono domande riguardo alla fiscalità associata e alla sua gestione finanziaria. In particolare, c’è un interesse crescente riguardo alla possibilità di ottenere esenzioni fiscali sulla ricarica domestica, soprattutto quando il costo viene dettagliato in modo chiaro e trasparente. Come funziona? Lo scopriremo oggi insieme!


Ricarica auto elettrica a casa: in che modo attrezzarsi e in quali casi è possibile

La ricarica dell’auto elettrica a casa rappresenta una comoda soluzione per molti proprietari, ma è importante conoscere le modalità e le eventuali complicazioni che possono sorgere, a seconda delle diverse situazioni abitative.

Per coloro che dispongono di un box o di un posto auto privato interno al condominio, l’installazione di una wallbox con linea elettrica diretta al proprio contatore è un’opzione accessibile. In questo caso, non è necessario richiedere permessi particolari; è sufficiente rivolgersi a un’azienda specializzata che eseguirà i lavori e rilascerà la Dichiarazione di Conformità. È importante notare, tuttavia, che l’azienda potrebbe consigliare un adeguamento dell’impianto se la sezione della linea elettrica è considerata sottodimensionata e quindi a rischio incendio. Per i box auto situati in autorimesse coperte con una superficie superiore a 300 mq, invece, è necessario rispettare le linee guida dei Vigili del Fuoco e ottenere il Certificato di Prevenzione Incendi.

La situazione è differente per chi dispone di un box o di uno spazio privato collegato alla rete elettrica condominiale. In questo caso, l’installazione di un punto di ricarica richiede un iter più complesso. È necessario inviare una nota all’amministratore di condominio, il quale dovrà organizzare una verifica tecnica dell’impianto elettrico che alimenta i box, nonché della potenza del contatore condominiale.

Quanto costa la ricarica dell’auto elettrica a casa?

Non resta che scoprire insieme quanto costa la ricarica dell’auto elettrica a casa. Generalmente questa spesa dipende da diversi fattori, tra cui il prezzo dell’elettricità nella tua zona, l’efficienza del caricabatterie dell’auto e la capacità della batteria dell’auto stessa. Una cosa, tuttavia, è certa: la ricarica da casa è sicuramente più economica rispetto alle ricariche nelle colonnine pubbliche.

Infatti, se per caricare un’auto elettrica alla stazione di ricarica pubblica generalmente il prezzo è di circa 0,45 € per kWh fino a 22 kW di potenza (ricarica lenta) o 0,50 € per kWh per potenze superiori (ricarica rapida), più conveniente è la stima per la ricarica da casa. Considerando per esempio un kWh di energia elettrica a circa 0,41 €, imposte incluse, con una vettura che abbia un consumo di 17 kWh ogni 100 chilometri, la spesa di corrente per 100 km è di circa 7 euro per una ricarica con presa domestica.


Ricarica auto elettrica a casa: quando è davvero esentasse?

Attualmente, secondo quanto previsto dalla Legge, i servizi di car sharing, monopattini e scooter elettrici in condivisione, nonché le ricariche per automobili o pagate dall’azienda e utilizzati dai dipendenti per il tragitto casa-lavoro, non sono considerati reddito per i dipendenti ai fini fiscali.

Naturalmente, sono previste alcune regolamentazioni e condizioni affinchè non vengano commessi abusi:

  • Plafond di spesa
    Esiste un limite massimo di spesa che l’azienda può sostenere per questi servizi per ogni dipendente.
  • Limitazione dell’orario di utilizzo
    I servizi possono essere utilizzati solo durante l’entrata e l’uscita dal luogo di lavoro.

Corrispondenza tra ricariche e presenza al lavoro
Le ricariche elettriche fornite dall’azienda devono corrispondere ai giorni di effettiva presenza al lavoro.


Quando la ricarica auto elettrica a casa è invece tassabile a carico del dipendente?

Tuttavia, non sempre la ricarica dell’auto elettrica casa è esentasse. L’Agenzia delle Entrate ha infatti stabilito che la ricarica dell’energia elettrica per un’auto data in uso promiscuo al dipendente, quando effettuata presso l’utenza domestica del dipendente stesso, non rientra tra i beni e servizi forniti direttamente dal datore di lavoro come fringe benefit. Invece, viene considerata come un rimborso di spese sostenuto dal lavoratore. 

Di conseguenza, l’Agenzia delle Entrate ha deciso di qualificare tali rimborsi come reddito di lavoro dipendente, soggetto quindi a tassazione. Questa decisione rappresenta una novità rispetto alla prassi precedente, in cui la ricarica dell’energia elettrica per un’auto data in uso promiscuo al dipendente non veniva considerata come reddito da tassare.

Ricarica dell’auto elettrica a casa e costo dettagliato: cosa sappiamo

Attenzione però! Quando il costo della ricarica è dettagliato, significa che è possibile discriminare e identificare chiaramente il costo associato alla ricarica dell’energia elettrica per un’auto elettrica, separandolo da altri costi eventualmente sostenuti. Questo dettaglio è importante per poter escludere il costo della ricarica dall’eventuale tassazione come reddito di lavoro dipendente.

In altre parole, se il datore di lavoro fornisce un servizio di ricarica elettrica per veicoli elettrici utilizzati dai dipendenti e se il costo di questa ricarica è specificato in modo dettagliato e separato da altri costi, allora quel costo può essere escluso dalla base imponibile per il calcolo delle imposte sui redditi dei dipendenti. Questo perché il costo della ricarica non viene considerato un fringe benefit tassabile, ma piuttosto un rimborso di spese sostenute dal lavoratore.

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