Per i liberi professionisti italiani che possiedono la partita IVA, l’imponibile previdenziale rappresenta un concetto importante da comprendere poiché influisce sui contributi che devono essere versati.
La lettura di una busta paga o la gestione delle proprie finanze nel caso di un libero professionista non è infatti mai semplice. Soprattutto per quello che riguarda la tassazione, ma anche la comprensione dei soldi che si hanno realmente a propria disposizione rispetto ai pagamenti lordi ricevuti.
Ma senza perderci in chiacchiere, questo fantomatico imponibile previdenziale cos’è? Scopriamolo insieme!
Per questo motivo oggi vogliamo spiegarti concretamente come aprire la Partita IVA in pochi passi, con un occhio di riguardo al costo apertura Partita IVA.
Imponibile previdenziale cos’è?
Molto spesso ci si domanda concretamente l’imponibile previdenziale cos’è. Che sia una nozione che si lega ai contributi da versare lo abbiamo capito; quindi, a quanti anni si dovrà lavorare prima di poter andare in pensione.
Provando a spiegartelo attraverso parole semplici e accessibili, l’imponibile previdenziale è la base su cui si calcolano i contributi previdenziali per i dipendenti. Rappresenta di fatto la parte del reddito soggetta ad essi, calcolati come percentuale dell’imponibile.
Questo valore è fondamentale per determinare i contributi che il datore di lavoro e il dipendente versano all’INPS ogni mese. Tuttavia, mentre i contributi del datore di lavoro non sono visibili in busta paga, quelli del lavoratore sono indicati sotto la voce “contributi”.
Attenzione però! Nel calcolo dell’imponibile previdenziale non si considerano elementi come malattia, maternità o assegni per il nucleo familiare, poiché tali importi sono gestiti direttamente dall’INPS e non sono soggetti a contribuzione.
Imponibile previdenziale in busta paga: come si calcola?
Come si calcola l’imponibile previdenziale in busta paga? Per calcolare l’imponibile previdenziale in busta paga si considerano diverse voci che compongono il reddito del lavoratore dipendente durante il rapporto di lavoro. Queste voci includono sia retribuzioni fisse che accessorie:
Retribuzioni fisse: comprendono la paga base, le indennità di contingenza, gli EDR (elementi distinti della retribuzione), eventuali superminimi, scatti di anzianità etc etc
Retribuzioni accessorie: includono i compensi percepiti come provvigione, le somme ricevute per patto di non concorrenza, le partecipazioni agli utili, e così via.
Non rientrano nell’imponibile INPS alcune somme specifiche, come quelle relative al Trattamento di Fine Rapporto (TFR), le indennità percepite alla fine del rapporto di lavoro per incentivare dimissioni volontarie, le somme ricevute come risarcimento danni, e i contributi destinati alle forme di previdenza complementare.
È poi importante notare che l’imponibile previdenziale può variare a seconda del regime previdenziale di appartenenza del lavoratore. Ad esempio, per i dipendenti iscritti all’INPS, l’imponibile previdenziale segue le disposizioni del sistema pensionistico gestito da tale ente.
Imponibile previdenziale e Partita IVA: cosa devono sapere i liberi professionisti
Diverso è il discorso quando si affronta il tema del rapporto tra imponibile previdenziale e partita IVA. Per i liberi professionisti titolari di Partita IVA, comprendere l’imponibile previdenziale è infatti essenziale per gestire correttamente i contributi previdenziali. Questo importo rappresenta la base da cui vengono calcolati i contributi, ma la sua determinazione varia a seconda della cassa previdenziale a cui il professionista è iscritto. Se sei un libero professionista e non sei iscritto a un Albo professionale specifico, come nel caso della gestione separata INPS, l’imponibile previdenziale è calcolato sugli incassi totali dell’anno meno le spese sostenute. Tuttavia, per professionisti come gli avvocati, la Cassa Forense gestisce i contributi previdenziali, mentre per artigiani e commercianti è la Gestione Artigiani e Commercianti ad essere coinvolta.
Come si calcola l’imponibile previdenziale in partita IVA
Ma quindi come si calcola l’imponibile previdenziale in partita IVA? Se sei titolare di Partita IVA, l’imponibile previdenziale corrisponde agli incassi totali dell’anno meno le spese che hai sostenuto. Ad ogni modo occorre effettuare sempre una distinzione tra:
- Regime ordinario:
In questo caso, l’imponibile previdenziale si ottiene sottraendo le spese annuali dal totale degli incassi. Occorre conoscere sia gli incassi che le spese sostenute durante l’anno, e sottrarre semplicemente le spese dagli incassi per determinare l’imponibile ai fini previdenziali.
- Regime forfettario:
Nel regime forfettario, le spese sostenute non vengono considerate direttamente. Invece, i costi vengono stimati tramite l’applicazione di una percentuale fissa sul guadagno annuale, chiamata coefficiente di redditività. Questa percentuale varia a seconda del tipo di lavoro svolto. Moltiplica il guadagno annuale per il coefficiente di redditività per trovare l’imponibile previdenziale.
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